Insufflaggio intercapedini e sottotetto per riqualificazione energetica: come funziona?

Quando è possibile, l’insufflaggio delle intercapedini e dei sottotetti rappresenta una soluzione valida, efficiente ed economica per gli interventi di riqualificazione energetica. Ecco come funziona e quando conviene.

insufflaggio intercapedini e sottotetti per riqualificazione energetica

Riqualificare un edificio sotto il profilo energetico è un’attività che può agire a diversi livelli, con interventi sul piano dell’involucro, degli impianti o dei sistemi di controllo. Nel panorama delle diverse modalità e tecniche di riqualificazione energetica, l’insufflaggio delle intercapedini rappresenta una delle più efficaci e meno invasive, consentendo un rapido miglioramento delle prestazioni termiche senza alterare le facciate. Tuttavia, per poter essere applicata, questa tecnica richiede alcune condizioni. 

Vediamo come avviene la riqualificazione energetica per insufflaggio di intercapedini e sottotetti, in cosa consiste e quando è possibile. 

Che cos’è una parete con intercapedine? 

Le pareti con intercapedine o murature a cassa vuota si caratterizzano per la presenza di due muri distanziati tra loro. La presenza di un’intercapedine può essere sfruttata per migliorare l’isolamento termico delle pareti quando lo strato d’aria ha uno spessore di almeno 6-7 cm; in caso di intercapedini con spessore inferiore ai 3-4 cm l’intervento non risulterebbe conveniente perché mancherebbe uno spazio sufficiente per la movimentazione dell’aria.

Che cos’è l’insufflaggio delle intercapedini?

La tecnica di insufflaggio delle intercapedini prevede l’inserimento di materiali isolanti sfusi all’interno delle camere d’aria delle murature esistenti, senza incidere sul loro spessore complessivo. Si tratta di un intervento rapido, poco invasivo e con un ottimo rapporto costo/beneficio nelle riqualificazioni di edifici esistenti. Studi tecnici hanno dimostrato nel corso degli anni che l’insufflaggio può garantire riduzioni del 20–25% delle dispersioni termiche invernali, contribuendo anche al comfort estivo.

Come avviene l’insufflaggio delle intercapedini?

L’intervento di insufflaggio può essere eseguito sia dall’interno che dall’esterno, praticando dei fori ad una distanza regolare di circa 80-100 cm tra loro e distanti almeno 30 cm da pavimenti e soffitti.

Quali sono i vantaggi dell’insufflaggio negli interventi di riqualificazione energetica?

La tecnica dell’insufflaggio intercapedini è ormai ampiamente consolidata e raccomandata, in virtù dei numerosi vantaggi, non solo per chi occupa l’immobile, ma anche per chi esegue i lavori. Ecco i principali: 

  • Riduzione di dispersioni e ponti termici, con un’efficienza immediata.
  • Rapidità di esecuzione: generalmente richiede cantieri veloci, con solo 1–2 giorni di lavori e senza opere murarie estese.
  • Possibilità di eseguire l’intervento dall’interno o dall’esterno, senza modifiche estetiche all’immobile. 
  • Miglioramento dell’isolamento acustico e minore rischio di formazione di condense e muffe, per un maggior comfort degli occupanti.
  • Maggiore sostenibilità ambientale, grazie alla disponibilità di materiali per insufflaggio naturali o riciclati.

Quali sono i materiali più utilizzati per l’insufflaggio delle intercapedini? 

Il crescente livello di innovazione nel settore dei materiali per l’edilizia ha portato alla diffusione di materiali per insufflaggio sempre più performanti e sostenibili, tra i quali: 

  • Cellulosa vegetale, altamente traspirante e a basso impatto. 
  • Lana di vetro / lana di roccia, dalle buone buone prestazioni termo-acustiche e ignifughe. 
  • Schiume isolanti (poliuretano, fenoliche), ideali per intercapedini sottili. 
  • Perlite/vermiculite espansa, a base di minerali leggeri, stabili e resistenti all’umidità.

Quando è possibile effettuare l’insufflaggio delle pareti? 

Nonostante gli indiscussi vantaggi di questa tecnica, l’insufflaggio delle intercapedini non è sempre possibile. Prima di procedere, è necessario eseguire una diagnosi preliminare (endoscopia, termografia) per verificare l’idoneità dell’immobile. In linea generale l’intervento è applicabile quando:

  • esiste un’intercapedine nella muratura (superiore a 6-7 cm)
  • non c’è umidità di risalita o infiltrazioni nelle murature;
  • non sussistono vincoli che vietino forature localizzate;
  • non vi sono ostruzioni interne (malta caduta, detriti) che impediscano il riempimento omogeneo delle intercapedini;
  • la struttura è stabile, priva di fessurazioni attive.

Quando è possibile l’insufflaggio del sottotetto? 

L’insufflaggio del sottotetto è possibile:

  • sia se il sottotetto è accessibile (anche se non abitabile): in questo caso l’inserimento dei materiali avviene, generalmente, mediante una botola presente nel solaio. 
  • sia se si tratta di un sottotetto morto, non calpestabile: in questo caso, l’insufflaggio viene eseguito praticando piccoli fori strategici, attraverso i quali viene insufflato il materiale isolante, e a lavoro finito i fori vengono poi ripristinati. 

Quando è consigliato l’insufflaggio intercapedini? 

Quando si tratta di progettare un intervento di riqualificazione energetica, è fondamentale ricercare, attraverso analisi approfondite e simulazioni, la soluzione migliore, nonché quella economicamente più in linea con le esigenze del committente. Per migliorare l’isolamento termico di un edificio, la tecnica dell’insufflaggio risulta adeguata nei casi in cui ci sia necessità di isolare un’unica unità immobiliare di un condominio o di un edificio storico, ma solo laddove l’analisi stratigrafica abbia confermato la presenza di un’intercapedine con spessore superiore almeno a 6-7 cm e in presenza delle altre condizioni sopra indicate.

Come scegliere i materiali per l’insufflaggio? 

La scelta di eseguire una riqualificazione energetica mediante insufflaggio delle intercapedini dovrà quindi passare attraverso opportune analisi di fattibilità, diagnosi accurate e verifica delle stratigrafie. Per poter migliorare le performance e incrementare l’efficacia dell’intervento, imprese edili e professionisti sono chiamati a selezionare con cura i materiali per insufflaggio, preferendo quelli certificati, dotati di marcatura CE o dichiarazioni di prestazione DoP

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