Decreto Sblocca Cantieri: professionisti poco entusiasti
Non tutti i professionisti hanno accolto positivamente l’approvazione del decreto. In particolare alcuni sembrano riconoscere in questa norma una legge limitativa della concorrenza
Chi lavora nel mondo dell’edilizia ha assistito recentemente all’avallo del decreto sblocca cantieri (DL 32/2019) il cui fine ultimo dovrebbe essere quello di velocizzare notevolmente i lavori. Questa nuova normativa si inserisce nell’alveo del Codice Appalti.
Non tutti i professionisti attivi in questo settore sembrano però aver accolto positivamente l’approvazione di tale decreto. In particolare in questa norma alcuni sembrano riconoscere una legge limitativa della concorrenza.
La gestione del lavoro
Perché così poco entusiasmo per l’approvazione di questo regolamento? Innanzitutto per la reintroduzione del caro vecchio appalto integrato per tutte quelle opere edilizie che vengano definitivamente approvate entro l’ultimo giorno del 2020. L’appalto integrato era stato soppresso, per così dire, qualche tempo addietro dando modo alle piccole realtà di ricavarsi degli spazi commerciali ed economici ben più ampi e di non venire letteralmente fagocitate dalle grandi imprese.
Malvisti sono anche i criteri di aggiudicazione proposti: se è ovvio che essi si basino anche su una scelta attenta al risparmio monetario è anche vero che grazie a questo decreto crolla il limite del tetto massimo del 30% riservato ai punteggi economici. Ciò chiaramente significa sacrificare la qualità al risparmio.
Non certo migliore è la reazione dei progettisti all’idea di reintrodurre l’incentivo del 2% : i vari professionisti attivi in seno alla PA si potrebbero infatti trovare costretti a competere con i lavoratori indipendenti il che si tradurrebbe nel varo di un numero inferiore di gare e bandi per ingegneri ed architetti e questo anche se i lavori verranno affidati a terzi soltanto dopo essersi accertati che non ci siano vizi di forma.
Manutenzione e decreto sblocca cantieri
Il decreto sblocca cantieri agisce anche sull’ambito della manutenzione edile. Una volta redatto il progetto definitivo i lavori per la manutenzione ordinaria e/o straordinaria possono essere assegnati a terzi senza badare a limiti di importo a patto che il restauro non comprenda la sostituzione oppure il rinnovo di porzioni strutturali dell’edificio.
Il progetto in questione sarà corredato da una relazione generale, da un dettagliato piano dei costi e da un buon computo metrico-estimativo.
Ancora una volta quindi ad essere sacrificata in tal senso potrebbe essere la concorrenza: i cosiddetti progetti semplificati infatti potrebbero essere realizzati anche da personale con ridotte competenze professionali e, sicuramente, il numero dei bandi indirizzati ai liberi professionisti esterni subirà un significativo decremento.
In ultimo i contratti sotto soglia potranno avvalersi di procedura negoziata ed aperta.